La domanda che vi poniamo oggi può apparire facile o scontata, ma vi assicuriamo che non lo è assolutamente. Ricaricare in modo corretto la batteria del vostro smartphone vuol dire garantirgli una vita decisamente più lunga, mettendovi al riparo da brutte sorprese ed inconvenienti che possono nascere dall’avere poca autonomia nel vostro telefono.
Bisogna considerare che le batterie di cui sono dotati gli smartphone di ultima generazione hanno un ciclo vitale complessivo di circa due anni, massimo tre (se sarete particolarmente bravi e seguite i nostri consigli), ma non di più. Inoltre c’è da tener conto che in questo arco temporale il loro rendimento tende a calare in modo sempre più evidente, specialmente dopo il primo anno.
Diciamo che per arrivare a tre anni pieni con minimi problemi di batteria, dovreste utilizzare il vostro smartphone unicamente per compiere operazioni basilari, come telefonate e al massimo mandare qualche sms. Al giorno d’oggi è chiaramente una cosa impossibile, visto che ormai con gli smartphone siamo abituati a compiere le operazioni più disparate: dal condividere sui social a interagire con gli amici, dal giocare all’ultimo gioco appena uscito fino a usare il navigatore… insomma, ormai definirli telefoni è decisamente riduttivo.
Il problema è che tutte queste operazioni non fanno altro che consumare la batteria di cui è dotato il dispositivo e le sue performance tendono a ridursi molto prima del tempo. È dunque importante capire quando e come ricaricare correttamente il nostro smartphone, così da garantire alla batteria una vita più lunga possibile.
In questo articolo cercheremo dunque di darvi i consigli giusti per effettuare una ricarica corretta, che vi aiuti a mantenere la batteria il più a lungo possibile all’interno del vostro smartphone.
Cerchiamo innanzitutto di capire quali tipi di batterie è possibile trovare negli smartphone e quali differenze ci sono tra le varie tipologie:
In questo momento, tutti gli smartphone sono dotati di batterie agli ioni di litio, ma sicuramente molti le conosceranno semplicemente come al litio. Le dimensioni sono piuttosto ridotte, cosa inversamente proporzionale alle prestazioni, decisamente di buon livello. Le batterie al litio hanno inoltre un tempo di ricarica decisamente inferiore rispetto a quelle realizzate con leghe al nichel-cadmio (Ni-Cad), ovvero quelle che avevano i vecchi telefonini degli anni ’90 (i “nonni” degli attuali smartphone).
Ma torniamo alle batterie agli ioni di litio, che possono dividersi in due diverse tipologie:
- Gli accumulatori agli ioni di litio (Li-ion) – Realizzati all’inizio del XX secolo e messi in commercio nella prima parte degli anni ’90.
- Batterie ai polimeri di litio (Li-po) – Ideate in tempi decisamente più recenti e molto più leggere rispetto alle prime.
Queste due tipologie di batterie al litio differiscono non solo per la forma, ma anche per la loro costruzione. Le batterie gli ioni di litio (o semplicemente “al litio”) possono avere la forma di un bottone o di lunghi cilindri metallici e i sali del minerale sono immersi in un solvente liquido che fa da elettrolita. In quelle a polimeri di litio, il solvente liquido è invece sostituito da un composto polimerico solido che rende gli accumulatori facilmente modellabili e adattabili alle più disparate circostanze.
Come potete vedere, entrambe le tipologie hanno un funzionamento basato su delle reazioni chimiche: gli ioni di litio (Li+) si muovono dall’anodo in carbonio (elettrodo positivo) al catodo in litio (elettrodo negativo). Il movimento generato dagli atomi rilascia così energia all’intero circuito, dando in questo modo la carica agli smartphone. Quando invece attacchiamo il nostro smartphone al caricabatterie, si verifica un processo inverso, con gli ioni positivi che vengono assorbiti dall’anodo.
Cosa fare per aumentare la durata della batteria
- Inizializzare la batteria – Lo sbaglio più comune, quando si compra un nuovo smartphone, è quello di utilizzarlo subito, magari confortati dal fatto che la batteria risulta parzialmente carica. Niente di più sbagliato: utilizzare il telefono in questo stato è assolutamente dannoso per la batteria. Consigliamo dunque di attuare l’inizializzazione mettendo lo smartphone sotto carica (da spento, mi raccomando) e lasciarlo attaccato alla corrente per un tempo massimo di 4 o 5 ore.
- La carica ideale – Qual è la carica ideale per cercare di tenere il nostro telefono sempre in buone condizioni? Secondo gli esperti, bisogna mantenere un livello di carica compreso tra il 20% e l’80%. In questo modo la batteria non sarà sottoposta a inutili (e dannosi) stress.
- Utilizzate accessori originali – Sappiamo bene che i prodotti originali spesso costano molto e che la tentazione di comprarli di marche secondarie è forte, considerando il prezzo. Ma questi ultimi sono davvero dannosi per la batteria, quindi consigliamo vivamente di ricaricare il vostro smartphone (o tablet) solo con accessori originali (o almeno certificati). La vostra batteria ve ne sarà grata.
- Spegnere lo smartphone e disattivare i servizi non utilizzati– Per mantenere la batteria operativa il più a lungo possibile, consigliamo di disattivare tutti quei servizi secondari che magari non utilizzate spesso nell’arco della giornata e che possono consumare parecchia energia. Ci riferiamo a servizi come GPS, WiFi e connessone dati. Un altro consiglio prezioso è quello di spegnere il vostro smartphone qualora vi troviate in posti in cui la linea prende poco o nulla, accendendolo solo quando vi occorrerà di nuovo.
- Luminosità dello schermo – Per risparmiare un po’ di preziosa batteria consigliamo inoltre di abbassare la luminosità dello schermo, portandola – se possibile e non vi crea problemi di vista – al minimo.
- Risparmio energetico – Questa è una funzione che non dovete assolutamente sottovalutare: se il vostro smartphone la supporta, abilitatela: non appena il livello di carica si abbasserà sotto la soglia, vi aiuterà a mantenere il vostro smartphone attivo.
Cosa evitare
- Attenti alle temperature elevate – Affinché la batteria non si rovini, consigliamo di non tenere lo smartphone in luoghi in cui le temperature sono più alte di 32°. Questo discorso ovviamente vale anche durante la carica, che dovrebbe avvenire in un ambiente né eccessivamente caldi, né troppo freddi. Sarebbe meglio dunque rimuovere anche l’eventuale custodia/cover protettiva che avete applicato al vostro telefono: come potrete facilmente immaginare, crea uno spessore che potrebbe causare un leggero surriscaldamento che è meglio evitare.
- Evitate il troppo freddo – Come accennato nel paragrafo precedente, oltre al caldo è altamente consigliato anche evitare delle temperature troppo fredde, che danneggerebbero in modo sostanziale la batteria. Ricordatevi dunque di non lasciare il vostro smartphone in ambienti troppo freddi o sotto condizionatori che gettano aria gelida. Secondo gli esperti, una temperatura ideale è compresa tra i 16 e i 22 C.
- Non scaricare completamente smartphone – Attenzione a non far scaricare completamente il vostro telefono, ma se ne avete l’opportunità, mettetelo sotto carica quando il livello di energia arriva al 15%
- Non lasciare il telefono scarico troppo a lungo – Questo paragrafo è consigliato soprattutto a chi utilizza smartphone aziendali: se per un certo periodo di tempo (che potrebbe essere di qualche settimana) sapete che non utilizzerete il dispositivo che avete in dotazione, è meglio non lasciarlo spento per tutto questo tempo. Consigliamo di accenderlo di tanto in tanto, perché il rischio che possa non accendersi più è sempre dietro l’angolo. Dunque anche se non usate lo smartphone per un lungo periodo, di tanto in tanto vi consigliamo di metterlo sotto carica, arrivando almeno al 50%.